Alessandro Di Tommaso, candidato sindaco di Terracina, interviene sulla Casa della Cultura. Il progetto ideato e sostenuto in città da anni, anche con iniziative popolari, resta appeso all’appetibilità immobiliare della location individuata, ovvero l’ex mercato Arene di proprietà del Comune, qualora l’ente non provveda a cambiarne natura e destinazione d’uso.
La delibera del 2013
“In queste ultime settimane – riassume Di Tommaso – abbiamo assistito ad una disquisizione sulla legittimità o meno di un eventuale atto di compravendita dell’immobile in disuso, di fronte alla ‘scadenza’ di una delibera di Consiglio comunale che nel 2013 aveva stabilito, qualora il Comune non avesse alienato il bene entro due anni, di destinare lo stesso ad un centro polivalente per le attività culturali e artistiche”.
Allo stato dei fatti l’immobile è in vendita
Ma che cosa è accaduto di concreto? Martedì scorso il commissario straordinario del Comune, la dottoressa Erminia Ocello, in un incontro con il comitato a sostegno del progetto Casa della Cultura (coordinato da Alessandro Ceci), ha auspicato la rapida conclusione della vendita dello stabile dell’ex mercato Arene. “Il fatto è – afferma a tal proposito Di Tommaso – che tutto ciò era prevedibile, poiché l’immobile in questione, che si trova in via Benito Florio, edificato a scopo commerciale, rientra nei beni alienabili del Comune di Terracina”
Inalienabilità e cambio di destinazione d’uso, i passaggi obbligati per cambiare le sorti dell’edificio.
“Il discorso da fare, secondo me – prosegue l’ex consigliere -, è un altro e ci riporta un po’ all’idea originale del progetto che io ho sempre sostenuto, ovvero inserire il mercato tra i beni inalienabili, come conseguenza della mozione dal sottoscritto presentata in Consiglio comunale e successivamente considerare la necessità di un cambio di destinazione d’uso della struttura dell’ex mercato Arene”. Secondo il candidato sindaco, questi due aspetti (inalienabilità del bene e cambio di destinazione d’uso) “appaiono sempre più impellenti”.
Casa della Cultura, un centro polivalente per la città e per riqualificare il quartiere Arene
“Via Benito Florio – spiega Di Tommaso – ormai è diventata di difficile accesso ai mezzi pesanti per il carico e lo scarico delle merci destinate ad un eventuale nuovo centro commerciale” che, a dire dello stesso, sarebbe “un tipo di insediamento inopportuno per il quartiere Arene che ha ben altre esigenze”. “La mia proposta – precisa – , che tiene conto della volontà popolare come già sottolineato in Consiglio comunale, verte intorno alla trasformazione dell’immobile in un centro polivalente per la cultura che ben si sposa con le diverse evoluzioni che il quartiere Arene ha avuto negli anni. Nella stessa area insistono il liceo Leonardo da Vinci, l’istituto tecnico Arturo Bianchini e l’istituto comprensivo Don Milani. Se a tutto ciò ci si aggiunge la necessità di trovare una nuova sede per la biblioteca comunale Olivetti, è condivisibile ed irrinunciabile l’idea della creazione di un centro polivalente che possa ospitare al suo interno sale per la produzione di musica, di pittura, di teatro oltre chespazi per le innovazioni tecnologiche e sale da destinare all’incontro. Un progetto così pensato contribuisce non solo a dotare la città di spazi ad oggi inesistenti, ma soprattutto determina una riqualificazione del quartiere Arene, non più dormitorio ma cuore pulsante della città”.
Gli errori commessi e la possibilità da non perdere
Di Tommaso conclude il suo intervento affermando che per salvare la situazione è necessario “richiudere con atti amministrativi la falla prodotta dall’amministrazione Procaccini, che ha lasciato aperta la via della compravendita”. “La prima cosa da fare – indica con sicurezza il candidato sindaco – è quella di togliere l’ex mercato dai beni alienabili, la seconda è quella di effettuare un cambio di destinazione dell’immobile. La terza quella di restituire al quartiere Arene, devastato da logiche di speculazione edilizia, una nuova funzione quale centro dell’istruzione e della cultura. Solo così sarà possibile aprire una stagione nuova per il quartiere e i suoi abitanti e le attività commerciali della zona”. Di Tommaso auspica che il commissario “si convinca, prima che non sia troppo tardi, dell’utilità del progetto per il bene della comunità di Terracina che diversamente potrebbe ritrovarsi a fare i conti con l’ennesima occasione persa: per deliberare ha i poteri della giunta e del Consiglio comunale”.